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LA POLONIA E IL GRUPPO DI VYSEHRAD PROPONGONO UN'UE PIU' UNITA PER BATTERE LA CRISI

Il Ministro degli Esteri polacco, Radoslaw Sikorski, invita Bruxelles a rafforzare la politica di coesione, e dichiara il varo di un fronte comune tra i Paesi dell'Europa Centrale durante i negoziati per il varo del bilancio comunitario per il periodo 2014-2020. Il Capo della Diplomazia ungherese, Janos Martonyi, contrario alla divisione dell'Unione tra Stati di differente peso politico in base alla moneta adottata
LA POLONIA E IL GRUPPO DI VYSEHRAD PROPONGONO UN'UE PIU' UNITA PER BATTERE LA CRISI

Il Ministro degli Esteri polacco, Radoslaw Sikorski

Nell'Unione Europea di oggi ci vuole più Delors e meno De Gaulle. Questa è la ricetta per lo sviluppo dell'UE proposta dal Ministro degli Esteri polacco, Radoslaw Sikorski, a Budapest, durante la tappa conclusiva del suo tour presso le capitali dei Paesi appartenenti al Quartetto di Vysehrad.

Secondo Sikorski, l'Europa deve fare proprio l'insegnamento del politico francese Jacques Delors e rafforzare le proprie istituzioni comunitarie, sopratutto in un momento di difficoltà economica come quello attuale. Al contrario, Bruxelles non deve cedere alla tentazione di privilegiare gli interessi dei singoli Paesi per creare un'Europa delle Nazioni, come invece proposto da un altro politico transalpino, l'ex-Presidente della Francia, Charles De Gaulle.

La teoria del Ministro degli Esteri polacco è stata esposta durante un discorso in cui i Paesi del Gruppo di Vysehrad - Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia - hanno dichiarato la costituzione di un fronte comune per la stesura del budget dell'Unione Europea 2014-2020.

In particolare, Sikorski ha illustrato come il Quartetto di Vysehrad intenda battersi in seno all'UE per il mantenimento della politica di coesione, e ha evidenziato l'importanza ricoperta in passato dai fondi comunitari per il rafforzamento delle economie polacca, ungherese, ceca e slovacca.

Inoltre, il Ministro degli Esteri polacco ha dichiarato il sostegno da parte del Gruppo di Vysehrad all'istituzione di imposte sulle transazioni finanziarie, e ha sottolineato come il bilancio comunitario non possa basarsi unicamente sulle entrate dei singoli Paesi dell'Unione Europea.

"Venti anni fa siamo stati visti come qualcosa di estraneo - ha evidenziato Sikorski - siamo stati avvertiti come Paesi stranieri ricchi solo di cognomi difficili da pronunciare, il cui ingresso nell'UE avrebbe generato più problemi che vantaggi. Invece, siamo al posto giusto al momento giusto, e abbiamo fornito un importante aiuto in diverse occasioni, attingendo dalla nostra esperienza".

L'esperienza a cui ha fatto riferimento il Ministro degli Esteri polacco è quella storica: i Paesi del Gruppo di Vysehrad, così come il resto dell'Europa Centrale, hanno vissuto sulla loro pelle sia il nazismo che il comunismo, e sono riusciti a sopravvivere alle due grandi barbarie del ventesimo secolo.

Per questa ragione, Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia - che in totale registrano un introito economico di 260 Milioni di Dollari, e che presso il Consiglio Europeo possiedono la medesima quantità di voti di quelli di Germania e Francia - credono in un'Unione Europea forte, aperta e solidale, governata secondo i metodi della collegialità.

Concorde con il Ministro degli Esteri polacco si è detto il suo collega ungherese, Janos Martonyi, che ha evidenziato come l'UE non debba dividere i Paesi membri in differenti classi di appartenenza a seconda delle loro politiche monetarie.

Il riferimento del Capo della Diplomazia magiara è alle ultime posizioni assunte durante la stesura del nuovo patto fiscale da Germania e Francia, che hanno escluso dall'ambito decisionale dell'UE gli Stati che, come i membri del Quartetto di Vysehrad - ad eccezione della Slovacchia - ancora non hanno adottato la moneta unica.

Matteo Cazzulani

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