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Tu sei qui: Home Democratici Nel Mondo PIAZZA DELLE IDEE Un nuovo Rinascimento per l'Europa: ecco il Manifesto di Parigi di Hollande, Bersani, Gabriel

Un nuovo Rinascimento per l'Europa: ecco il Manifesto di Parigi di Hollande, Bersani, Gabriel

di Marco Pezzoni. Presentiamo una sintesi del documento dei progressisti europei siglato a Parigi sotto la volta del Circque d'hiver da Francois Hollande, del Ps francese, da Pierluigi Bersani, del Pd italiano, da Sigmar Gabriel, della SPD tedesca, in occasione della Convention " Un nuovo Rinascimento per l'Europa". Agli incontri hanno partecipato anche il Primo Ministro belga Elio Di Rupo, il presidente del gruppo D&S del Parlamento europeo Hannes Swoboda e, a sorpresa, in un seminario preparatorio il leader labourista David Miliband. In Italia una quindicina di parlamentari del Pd, tra cui Fioroni, hanno criticato la scelta di campo di Bersani sostenendo di preferire alle elezioni francesi il centrista Bayrou, il quale molto difficilmente arriverà comunque al secondo turno. Ma effettivamente qualcosa è mutato in questi anni se le "terze vie" sono cadute in disgrazia nel vasto campo dei progressisti.
Un nuovo Rinascimento per l'Europa: ecco il Manifesto di Parigi di Hollande, Bersani, Gabriel

Hollande, Bersani, Gabriel

Del resto a Parigi è stato D'Alema a battezzare autorevolmente sia Il Manifesto sia l'operazione politica che nei prossimi 18 mesi potrebbe e dovrebbe cambiare i Governi di Francia, poi dell'Italia (primavera 2013) e infine della Germania ( autunno del 2013), cambiando gli equilibri stessi dell'Europa. Quello stesso D'Alema che nel 1999 alla Conferenza internazionale di Firenze sul "riformismo del XXI secolo"ospitò Clinton, Schroeder, Blair, Jospin. Cosa è successo da allora ? Che l'Europa è in declino. Che la "seconda globalizzazione" ha spazzato via tante illusioni mercatiste. Che le regole non riescono ad arrivare ai piani alti della Finanza mondiale e in compenso, ai piani bassi, non bastano ad attivare dinamiche di crescita. Che invece malessere, disoccupazione e disuguaglianze crescono. Il rischio è che al fallimento delle  politiche neo-liberiste e conservatrici, alla debolezza delle ricette neo-riformiste delle "terze vie"si risponda semplicemente rispolverando ricette neo-keynesiane. Dunque, qualche ragione critica i liberaldemocratici italiani del campo progressista ce l'hanno. Non colgono però la drammaticità del momento storico che vede il prolungarsi della crisi economica, l'aggravarsi della questione sociale e l'emergere di un rischio democratico in un'Europa che si rinazionalizza e si frantuma, tentata da populismi regressivi o da scorciatoie tecnocratiche. Messo a confronto con il successivo documento di Bruxelles " Per un'alternativa socialista europea", il Manifesto di Parigi mantiene lo stesso asse strategico ma ha sicuramente un linguaggio più raffinato e aperto, dovuto probabilmente al contributo specifico delle Fondazioni. 

IL DOCUMENTO DI PARIGI DELLE FONDAZIONI PROGRESSISTE ( 16 marzo 2012).

''L'Europa e' il nostro patrimonio comune. Il nostro dovere e' di proseguire la costruzione di un'Europa più unita e più democratica'': così comincia il documento elaborato a Parigi alla Convention progressista 'Un nuovo Rinascimento per l'Europa. Verso una visione progressista comune', firmato dai leader socialisti, socialdemocratici e democratici europei.

''Constatiamo che l'assenza di una governance economica europea democratica ed efficace - prosegue il documento - minaccia di trascinare l'Europa nella recessione. Privilegiando la deflazione salariale, omettendo di condurre politiche per la
crescita e l'occupazione, ignorando la solidarietà e la lotta contro le diseguaglianze - si legge ancora - riducendo l'Europa a uno spazio di sorveglianza e di sanzione, tralasciando il dialogo sociale e la democrazia, si voltano le spalle alle necessità della lotta alla crisi e allo stesso progetto europeo" .

''Spetta oggi all'Unione europea fornire le risposte adeguate'', continua il testo.

 ''La responsabilità di bilancio e la disciplina fiscale sono imperativi per la stabilità nella zona euro e per il rilancio del modello sociale europeo.

In ogni Stato, dovrebbe essere istituito un quadro che garantisca la riduzione dei deficit e dell'indebitamento. E' indispensabile ridurre il debito sovrano in Europa. Ciò dovrebbe essere fatto in modo responsabile, nel rispetto delle regole democratiche di una nuova sovranità europea condivisa e in accordo con i principi di eguaglianza e di giustizia sociale''.

''Dovrebbero essere adottate subito iniziative a livello Ue - continua il documento - per stimolare una crescita sostenuta e sostenibile. Gli interventi della Banca europea di investimenti dovrebbero essere rafforzati in questo senso. Dovrebbero
diventare delle priorità la creazione di posti di lavoro, la lotta alla segmentazione del mercato del lavoro, in particolare per i giovani e per le donne''. 

Il documento prosegue con il proposito di ''reinventare la politica industriale'' europea: ''deve essere messa al servizio dello sviluppo di grandi progetti industriali, tecnologici, di infrastrutture, di ricerca e di innovazione, favorendo la conversione ecologica dell'Europa. Essa dovrà favorire un'industria sobria nel carbonio, basata su tecnologie verdi, garante di un'occupazione duratura e qualificata. Allo scopo di contribuire alla lotta contro il riscaldamento climatico, ci sembra evidente dover ampliare e uniformare i certificati ecologici che già esistono in alcuni paesi Ue''.

I progressisti si pronunciano poi per la creazione d nuove risorse: ''questa proposta, appoggiata da tempo e presentata recentemente dal Gruppo dell'Alleanza progressista dei socialisti e democratici al Parlamento europeo, punta a creare
una tassa sulle transazioni finanziarie e dovrebbe essere adottata subito dal Consiglio. Ciò consentirà un aumento dei costi della speculazione, un riequilibrio della tassazione del capitale e del lavoro e una lotta all'ingiustizia fiscale.

Questa imposta garantirà che i responsabili della crisi finanziaria saranno coloro che contribuiscono al rilancio dell'economia''. L'Ue, ''deve prendere iniziative sui rapporti con i 'paradisi fiscali' per lottare contro l'evasione fiscale e contribuire in particolare a risanare le finanze pubbliche''.

Il documento invita ad ''affrontare seriamente i profondi squilibri macroeconomici e sociali alla base della crisi nella zona euro'', aggiungendo che un ''miglioramento della competitività dei paesi in situazione di deficit commerciale'', dovrebbe accompagnarsi a ''sforzi nei paesi con eccedenze al fine di stimolare la domanda interna''. Ciò contribuirebbe a ''rovesciare la tendenza di questi ultimi decenni ad una ineguale distribuzione della ricchezza. Spese di investimento e spese di funzionamento dovrebbero poi essere distinte''.

 La solidarietà, dicono poi ancora i progressisti, deve essere ''nel cuore'' delle politiche europee, solo così sarà ''garantita'' la stabilità della nostra moneta: ''proponiamo di rafforzare una responsabilità europea comune per una parte del
debito sovrano. Tali euro-obbligazioni contribuirebbero a un nuovo fondo per il riassorbimento del debito e consentirebbero un riequilibrio delle finanze pubbliche''.

''La sconfitta dei governo conservatori in Europa nei loro tentativi di rispondere
alla crisi ha condotto la BCE a svolgere un ruolo attivo sui mercati finanziari. Se questa mancanza di leadership politica continuasse, la BCE si vedrebbe costretta a svolgere un ruolo ancora più sostanziale per combattere la crisi finanziaria.

Questo riorientamento delle politiche economiche in Europa non può tuttavia essere immaginato senza vere regole finanziarie, che riportino i mercati finanziari al servizio dell'economia reale e ripristino il necessario legame tra finanza ed economia''.


Infine, tutti questi obiettivi presuppongono - sottolinea il documento - ''il rafforzamento di una vera democrazia su scala europea'': ''per questo l'Ue deve rafforzare le sue competenze e dotarsi di una vera governance. I cittadini europei dovranno essere messi in grado di decidere chiaramente sugli orientamenti
della politica dell'Unione.

Il metodo intergovernativo praticato dai governi conservatori non va in questa direzione, bisogna estendere la co-decisionalita' alle scelte fondamentali di
politica economica e sociale''. Questo, conclude il documento, ''implica una democrazia europea basata sul metodo comunitario, un maggior ruolo per il Parlamento europeo e i parlamenti nazionali, basata sulla sussidiarietà e la partecipazione dei cittadini, e accompagnata da un rafforzamento dell'influenza di
veri partiti politici europei.

A questo scopo, i partiti progressisti europei dovrebbero proporre un candidato comune alla presidenza della Commissione europea''.

''E' così - conclude il documento - che nel rispetto della Carta dei diritti fondamentali e' possibile un altro cammino per l'Europa''.


Il documento e' stato redatto dalla Fondazione europea di studi progressisti, vicina al Partito socialista europeo, dalla Fondazione Jean Jaures, vicina al PS francese, dalla Fondazione Italianieuropei, vicina al PD e dalla Fondazione Friedrich Ebert, vicina alla SPD tedesca.



 

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