ITALIA: ESISTE ANCORA L'APPARTHEID TRA BIANCHI E NERI. SULLE NAVI MERCANTILI
Sembra incredibile ma nel nostro Paese, terra del sole e dell’accoglienza, esiste ancora un’antica legge che sancisce una forma di apartheid tra bianchi e neri. In particolare si tratta dell’art.36 della legge n. 1045 del 16 giugno 1939 (curiosamente quello è anche l’anno delle famigerate leggi razziali fasciste). Esso stabilisce che sulle navi mercantili gli alloghi di bianchi e neri debbano essere separati. Una norma caduta in disuso, naturalmente, ma c’è tutt’ora e non è certo degna né di un Paese civile né di un Paese come il nostro.
In particolare essa riguarda, con una squallida, vaga e politicamente corretta dicitura, “l’igiene e l’abitabilità degli equipaggi a bordo delle navi mercantili nazionali”, e prevede che “qualora tra i componenti l’equipaggio vi siano persone di colore a queste dovranno essere riservate sistemazioni di alloggio, di lavanda e igieniche, separate da quelle del restante personale e rispondenti ai loro usi e costumi. Per tale personale di colore dovrà altresì esservi a bordo il modo di confezionare il vitto secondo le sue abitudini e i suoi costumi”. In tale norma dunque c’è anche il falso rispetto, rivelatore di razzismo, secondo cui le persone nere avrebbero abitudini e costumi differenti dai nostri proprio in quanto neri. Riguardo al riferimento all’igiene poi, è facile indovinare il vecchio adagio “i neri puzzano”.
A scoprire e a denunciare tale legge è stata la parlamentare Souad Sbai (PdL), che dal 2009 fa parte dell’Osservatorio della Camera dei Deputati sui Fenomeni di Xenofobia e Razzismo, e da tempo ha fondato e presiede anche un’associazione per i diritti delle donne, arabe e musulmane in particolare (l’Associazione delle Comunità delle Donne Marocchine in Italia, ACMID-DONNA Onlus).
L’On. Sbai ha presentato una proposta di legge, accompagnata da un dossier, chiedendo di abrogare la norma segregazionista tra bianchi e neri perchè contrasta “sia con l’articolo 3 della Costituzione sia con i princìpi di uguaglianza sanciti dalla Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e della libertà fondamentali, resa esecutiva dalla legge n. 848 del 1995, con la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e con i decreti legislativi n. 215 del 2003 e n. 216 del 2003 che hanno recepito direttive dell’Unione europea in materia di contrasto alla discriminazione sui posti di lavoro”.
Tale proposta passerà mai alla Commissione Affari Costituzionali?
Alessandra Boga