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I morti nel Sud dello Yemen e l’insediamento di Hadi

Nello Yemen le recenti elezioni appaiono sempre più come un grande espediente della diplomazia internazionale per garantire una transizione apparente che non cambia di fatto gli equilibri di potere. In questo contesto riprende quota la tentazione secessionistica dello Yemen del Sud. ( Articolo di Said Boutaga).
I morti nel Sud dello Yemen e l’insediamento di Hadi

Sana'a la capitale

La stampa araba, a parte quella conservatrice, ha dedicato poco spazio alle elezioni presidenziali nello Yemen, per il semplice motivo che queste sono elezioni truffa, non democratiche, studiate a tavolino in Arabia Saudita con l’obbiettivo di conservare lo status-quo e impedire al popolo yemenita di continuare la sua battaglia per cacciare definitivamente dal potere Ali Abdullah Saleh e il suo entourage, e di poter scegliere democraticamente un Presidente tra una lista di candidati in competizione.

L’unico candidato alle Presidenziali con l’esclusione di tutti gli oppositori era il vice dell’ex Presidente Ali Abdullah Saleh. 

Secondo Mohammed Al-Hakimi, presidente della Commissione Suprema per le Elezioni e il Referendum, l'affluenza alle urne ha superato di gran lunga le aspettative, e addirittura superato il 70% nel nord del paese.

Un altro funzionario yemenita ha dichiarato che l'affluenza alle urne ha superato il 60%

Barack OBAMA ha dichiarato "siamo con Hadi", e lo ha contattato congratulandosi con lui per la vittoria alle elezioni.

L’Europa ha inviato una lettera di auguri confermando l’appoggio a Sana’a con l’obiettivo di costruire un futuro migliore basato sulla giustizia e diritti umani.

La Lega Araba non si è espressa.

Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha pubblicato una dichiarazione nella quale ha espresso il proprio favore nei confronti delle elezioni presidenziali tenutesi il 21 febbraio nello Yemen.

 Subito dopo le elezioni presidenziali del 21 febbraio, diversi movimenti, e soprattutto i sostenitori del Movimento del Sud di Aden, hanno bloccato le strade e bruciato pullman, sventolando le bandiere dell’ex Yemen del Sud, Stato indipendente prima della unione con il Nord nel 1990, e inneggiato alla "Rivoluzione del Sud".

Il bilancio delle vittime della violenza è pesante nella provincia di Aden, durante gli scontri tra i sostenitori del movimento per la secessione e le forze di sicurezza si registra la morte di una decina di persone.

Gli oppositori del sud contro le elezioni presidenziali sono riusciti a chiudere la metà dei seggi ad Aden, oltre a diversi seggi nel resto delle province del sud.

A complicare la situazione si aggiunge la dichiarazione di Ali Salem – l’ultimo Presidente dello Yemen del Sud – che ha precisato che il Sud non riconosce le elezioni che si sono svolte nel paese, e ha dichiarato all’ agenzia di stampa tedesca che "le elezioni sono avvenute nel quadro della ricerca di una soluzione alla crisi nel nord, e invece non hanno portato nessuna novità, poiché il sig. Abed Rabbo Mansour Hadi non’è altro che l’ombra dell’ex presidente Ali Abdullah Saleh".

 Mentre Ali Abdullah Saleh lascia gli USA il 23 febbraio, dopo avervi ricevuto cure mediche, senza dare alcuna informazione circa la sua destinazione, sabato 25 Hadi ha prestato il giuramento in parlamento per l’insediamento da Presidente.

Guarda un po’, inaspettatamente riappare Ali Abdullah Saleh; per passare la testimonianza al suo "successore" era arrivato prestissimo la mattina del venerdì 24 dall’ Arabia Saudita atterrando ad Aden a bordo di un aereo reale saudita, per poi essere trasportato in elicottero alla residenza presidenziale a Sanna’a arrivando alle 3 di notte di nascosto, nel momento crucciale dei violenti scontri a fuoco tra i sostenitori dell’oppositore e carismatico leader Sheikh Sadek El Ahmar e le forze di sicurezza.

 Insomma l’obbiettivo delle elezioni presidenziali anticipate era il trasferimento pacifico del potere da Parte del Presidente Ali Abdullah Saleh al suo vice Abed Rabbo Mansour Hadi, l’unico candidato in linea con l’accordo del Golfo in Arabia Saudita firmato dal governo e dall’opposizione e con il forte appoggio degli USA. 

C’è da aspettarsi il peggio! Ali Abdullah Saleh è ancora presente nella scena politica del paese con la benedizione degli USA e di tutta l’area del golfo con in testa l’Arabia Saudita.

 

Fonti: la stampa araba, Aljazzera.net e altre agenzie.

 

Autore: Said Boutaga

 

 

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