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MEDITERRANEO

Dopo Mosul in Iraq, liberata Raqqa in Siria. Ma la pace è ancora lontana.

Dopo Mosul in Iraq, liberata Raqqa in Siria. Ma la pace è ancora lontana.

17 ottobre. Le truppe curdo-arabe del Sdf, Syrian democratic forces, hanno liberato Raqqa, la capitale siriana dello Stato islamico dopo che il 9 luglio era stata conquistata dalle truppe irachene da sud e dai peshmerga curdi da nord la seconda città dell'Iraq, Mosul dove per tre anni ha predicato e governato Al Bagdadi, l'autonominato califfo dello Stato Islamico. Ma la pace in tutta l'area è ancora lontana. Anche se hanno perso 2/3 del territorio, i jihadisti superstiti si sono ritirati nelle zone desertiche e tentano di riorganizzarsi. In Iraq il Kurdistan iracheno ha indetto e votato un referendum per la propria indipendenza scatenando le ire di Turchia e Iran e ritrovandosi contro il governo di Bagdad che ha inviato il proprio esercito a strappargli con la forza Kirkuk. Nella Siria, tuttora frammentata, Al Assad ha riconquistato posizioni e potere grazie al sostegno di Putin, ma al confine con la Turchia c'è un'area direttamente sotto controllo dell'esercito turco e un'altra area, il Rojava, ormai autogovernata dai curdi siriani che non hanno alcuna intenzione di ritornare sotto il regime di Al Assad. Questi ultimi sono stati i veri protagonisti della liberazione di Raqqa. Le guerrigliere curde dell'YPJ , donne combattenti dell'Unità di protezione del popolo, ramo femminile del YPG, hanno inscenato in Piazza Naim a Raqqa una sfilata inneggiando ad Abdullah Ocalan, detenuto in Turchia nell'isola di Imrali da 17 anni, leader del PKK, braccio politico e militare dei curdi che vivono nel Sud Est turco.

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Nel Kurdistan iracheno stravince il referendum per l'indipendenza

Nel Kurdistan iracheno stravince il referendum per l'indipendenza

Il 25 settembre 2017 è una data storica per il Kurdistan iracheno e per tutti i kurdi che abitano nei Paesi confinanti: Turchia, Siria e Iran. Il referendum indetto tra i 5,3 milioni di cittadini kurdi registrati nelle tre province del Kurdistan iracheno - Erbil, Sulaimaniyah e Dohuk- ha visto un plebiscito del 91,8% a favore dell'indipendenza da Bagdad, con una partecipazione di oltre 4 milioni e 300.000 votanti. La festa è stata grande non solo nel Nord dell'Iraq, ma anche tra le minoranze kurde dell'Iran e della Siria. Masoud Barzani, il leader del Partito Democratico Kurdo, è indubbiamente il vincitore, ma sa che adesso viene davvero il difficile. Per questo la Dichiarazione ufficiale dell'indipendenza verrà rinviata nel tempo per dare spazio ai negoziati sia con Bagdad, sia con due degli Stati confinanti più potenti: Turchia e Iran. Il presidente turco Erdogan, ex alleato di Barzani,è subito volato a Teheran per concordare con il Governo iraniano le prime misure punitive di tipo economico-commerciale nei confronti del Kurdistan iracheno. Il suo timore è che questa "ferita" , così l'ha definita, contagi tutta l'area e la destabilizzi ancora più di quanto ha fatto l'Isis. Ma è davvero questa la sua posizione? E gli interscambi economici e petroliferi tra Kurdistan iracheno e Turchia dove vanno a finire ?

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Siria: non è guerra civile, è genocidio!

Siria: non è guerra civile, è genocidio!

Nostra intervista ad Asmae Dachan, scrittrice e giornalista italo-siriana. I suoi genitori sono nati ad Aleppo e lei ha tenuto un rapporto non solo affettivo, ma culturale e civile con il popolo siriano e il suo destino. Quando può, torna come giornalista in quelle aree martoriate e visita ai confini i campi profughi. " La società siriana è stata spaccata in due, volutamente. Ma adesso è sbagliato descrivere quel dramma come una guerra civile. E' un genocidio!" In questa intervista Asmae Dachan parla da musulmana, da teologa islamica, da pacifista, da ammiratrice di papa Francesco e sostenitrice del dialogo interreligioso. I negoziati internazionali in corso invece di spartirsi le aree di influenza dovrebbero assicurare prima di tutto il diritto del popolo siriano alla pace.

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Aleppo, città martire, espugnata dalle truppe di al Assad. Decisiva l'aviazione di Putin

Aleppo, città martire, espugnata dalle truppe di al Assad. Decisiva l'aviazione di Putin

Dicembre 2016. Dopo quattro anni e mezzo di violenta guerra di posizione all'interno di Aleppo, con migliaia di vittime civili e interi quartieri sventrati, con alterne vicende tra il fronte dei ribelli al regime di al Assad e le forze militari siriane, grazie al decisivo aiuto dei bombardamenti dell'aviazione russa e alla presenza sul campo di sciiti irakeni, Hezbollah libanesi e militari iraniani, Aleppo est è caduta. La riconquista totale da parte di al Assad della seconda città della Siria rappresenta una svolta nella guerra civile in corso. Dal 19 luglio 2012 l'esercito libero siriano era riuscito a conquistare un terzo di Aleppo, ma progressivamente è stato sostituito da forze più radicalizzate. La città per anni è stata divisa in due. L'esercito di Al Assad aveva comunque mantenuto il controllo di Aleppo Ovest e della Cittadella. Con questo articolo ripercorriamo il dramma di Aleppo e gli episodi finali.

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Governo di unità nazionale in Libia

Governo di unità nazionale in Libia

Reuters, Regno Unito. In questo articolo, pubblicato dalla rivista " Internazionale", l'annuncio della formazione in Libia del nuovo Governo di unità nazionale che riduce a 18 i suoi componenti, dopo la precedente bocciatura. La strada di una reale ricomposizione politica delle fazioni in lotta tra loro, a 5 anni dalla morte di Gheddafi, rimane ancora lunga ma formalmente serve alla coalizione internazionale per giustificare la proria presenza militare in chiave anti-Is che, nel fattempo, si è rafforzato nella roccaforte di Derna. Di un certo interesse la cartina delle forze in campo a cura dalla rivista" Internazionale"

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La strategia dello Stato Islamico: lo scontro di civiltà

La strategia dello Stato Islamico: lo scontro di civiltà

La rivista di geopolitica Limes è da anni impegnata a capire il fenomeno dell'Isis che ha sorpreso tante diplomazie occidentali nel suo rapido affermarsi in Iraq e in Siria come Stato Islamico. Non c'è dubbio che questo sia dovuto principalmente alla destrutturazione del territorio siriano in seguito alle rivolte del 2011 che hanno messo sotto accusa il regime di Al Assad senza riuscire a rovesciarlo; così come lo scontro in Iraq tra la maggioranza sciita, oggi al potere, e la minoranza sunnita ha favorito la conquista di Mosul da parte dell'Isis. Nell'articolo che segue Limes ci avverte di un altro rischio che lo Stato islamico intende alimentare contro l'Occidente: quello di spingerci nella trappola dello scontro di civiltà così da giustificare la propria esistenza e rafforzare la capacità di attrazione e arruolamento verso le seconde e terze generazioni di musulmani nel mondo.

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In Israele l'ascesa dei centristi ferma la destra. Mons Shomali: ci aspettiamo un cambiamento.

In Israele l'ascesa dei centristi ferma la destra. Mons Shomali: ci aspettiamo un cambiamento.

Intervista a William Hanna Shomali, vescovo ausiliare di Gerusalemme, dopo che i risultati elettorali hanno sancito in Israele un quasi pareggio tra centrodestra e centrosinistra . L'elevata partecipazione al voto ha smentito gran parte dei sondaggi che davano per sicura e con grandi margini la vittoria di Netaniahu e della destra sua alleata. Sarà ancora Netaniahu a guidare il governo ma avrà bisogno dei nuovi alleati centristi, soprattutto della rivelazione di queste elezioni : il giornalista televisivo Yair Lapid, leader del nuovo partito "Yesh Atid " che si è piazzato secondo con 20 seggi alla Knesset. In questa intervista alla Radio Vaticana mons Shomali, vescovo ausiliare di Gerusalemme, si mostra forse " volutamente" ottimista e fiducioso di veri cambiamenti.

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Israele al voto: ecco i partiti in corsa, ma è sempre più destra ?

Israele al voto: ecco i partiti in corsa, ma è sempre più destra ?

Pubblichiamo di seguito il quadro dei partiti che, in Israele, partecipano alle elezioni politiche di martedì 22 gennaio 2013 . Si tratta di un elenco che riporta il significato del nome di ogni singola formazione, dei loro slogan e leader, delle loro possibili alleanze, a cura della redazione di Formiche, settore studi diplomatici. Vincitore annunciato Netanyahu e il suo alleato Lieberman, col quale presenta una lista comune. Colpisce la persistente debolezza del partito laburista. La crescita del numero delle formazioni di destra ultraortodossa e quella dei coloni guidata da un aggressivo Naftali Bennett. Gli arabi-palestinesi con diritto di voto, in quanto cittadini di Israele, sono il 20% dell'elettorato ma potrebbero essere sempre più tentati dall'astensionismo.

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Fermare il contagio islamista tra Mali e Algeria

Fermare il contagio islamista tra Mali e Algeria

di Roberto Menotti. Che sta succedendo nel Nord del Mali ? E' l'esplosione improvvisa di azioni terroristiche che si ispirano ad Al Quaeda, oppure é l'emersione di rivendicazioni indipendentiste di minoranze Touareg ? O ancora di più è il sovrapporsi di sommovimenti e processi più profondi e complessi che si intrecciano con il dopo-Gheddafi, i nuovi conflitti politici e ideologici innescati dalle "primavere" arabe e dal ramificarsi in tutto il Nord Africa, fino alla Nigeria, delle tendenze salafite più radicali ? Il rischio di un nuovo Afghanistan non è poi così lontano, se si conta sulla sola opzione militare . In questo articolo, la versione integrale è nella rivista Aspenia, si cominciano a dare prime parziali risposte.

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Iran.Acesso all'istruzione

Iran.Acesso all'istruzione

Un esperto ONU sull’Iran solleva il tema dell’«accesso all’istruzione» in un seminario del parlamento britannico

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Tunisia al Bivio, intraprenda la strada dei diritti umani chiede Amnesty international

Tunisia al Bivio, intraprenda la strada dei diritti umani chiede Amnesty international

Ai progressi nel campo dei diritti umani seguiti alle dimissioni del presidente Zine El Abidine Ben Ali si contrappongono gli arretramenti fatti segnare dall’attuale governo, il cui impegno per le riforme appare dubbio

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Egitto: il 15 dicembre Referendum popolare sulla Costituzione

Egitto: il 15 dicembre Referendum popolare sulla Costituzione

di Marco Pezzoni. Tra le nuove proteste di Piazza Tahrir di migliaia di giovani e delle opposizioni e le manifestazioni di sostegno dei fratelli musulmani, il presidente Morsi accelera i tempi della nuova Costituzione: il Referendum popolare si terrà il15 dicembre. Nessuna apertura al pluralismo delle fonti giuridiche a fondamento della nuova Costituzione: la sharia rimane la base unica di ispirazione delle Leggi . La politica e la società egiziana verso una nuova drammatica spaccatura ?

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Alla vigilia del ballottaggio in Egitto, la rivista Al-Siyassa Al-Dawliya analizza i movimenti elettorali

Alla vigilia del ballottaggio in Egitto, la rivista Al-Siyassa Al-Dawliya analizza i movimenti elettorali

di Said Boutaga. Tradotto dall'originale in lingua araba, questo articolo, pubblicato dalla Rivista di politica internazionale Al-Siyassa Al-Dawliya del Cairo, analizza le ragioni che hanno portato al ballottaggio per le Presidenziali i due candidati più polarizzati e spiega la sconfitta dei candidati più aperti, progressisti e laici con le loro divisioni e con i timori crescenti di una parte dell' elettorato che desidera la fine della transizione e una ritrovata stabilità. Ma l'analisi di Younes, autore del lungo articolo, è interessante perchè segue i blocchi elettorali egiziani, tutt'altro che omogenei al loro interno, scomporsi e riarticolarsi in una moderna complessità .

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Egitto: in 50 milioni al voto per eleggere il nuovo Presidente

Egitto: in 50 milioni al voto per eleggere il nuovo Presidente

di Marco Pezzoni. Il 23 e 24 maggio 50 miloni di egiziani avranno la possibilità di eleggere il nuovo Presidente, dopo trent' anni di regime. In realtà, dopo la caduta di Mubarak, i militari al potere in questa lunga transizione cercano di condizionare l'esito elettorale con regole che hanno selezionato, se non pilotato, i candidati. Ne restano in lizza 12 e, tra questi, sarà difficile che si affermino i più genuini rappresentanti della primavera araba. Elezioni comunque importanti, perchè destinate a definire lo sbocco della stagione di Piazza Taharir ma anche ad influenzare l'intero scenario mediorientale e l'evoluzione della questione israelo-palestinese.

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In Siria, malgrado l'appello dei vescovi, l'opposizione non partecipa al voto del 7 maggio

In Siria, malgrado l'appello dei vescovi, l'opposizione non partecipa al voto del 7 maggio

di Marco Pezzoni. In Siria, gran parte dell'opposizione politica al regime di Bashar al Assad non parteciperà al voto legislativo del 7 maggio per eleggere la nuova Assemblea Nazionale. Non ci sarebbero le condizioni . Al contrario l'Assemblea dei Vescovi di Siria, riuniti il 25 aprile ad Aleppo sotto la presidenza del patriarca melkita Gregorios III Lahham e alla presenza del nunzio apostolico mons.Mario Zenari, ha rivolto un appello per la partecipazione al voto per legittimare democraticamente un processo di riconciliazione nazionale.

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Torture in libia.Amnesty chiede di indagare

Torture in libia.Amnesty chiede di indagare

LIBIA, ALTRA MORTE SOTTO TORTURA. AMNESTY INTERNATIONAL CHIEDE AL CNT DI INDAGARE Amnesty International ha sollecitato il Consiglio nazionale di transizione della Libia a indagare immediatamente sulla morte sotto tortura, in un carcere di Misurata, di un uomo appartenente all’etnia tawargha, la popolazione libica nera che sta subendo gravi violazioni dei diritti umani.

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Siria: il 10 aprile scade l'ultimatum ONU ma il massacro continua. Oltre 24.000 i profughi fuggiti in Turchia.

Siria: il 10 aprile scade l'ultimatum ONU ma il massacro continua. Oltre 24.000 i profughi fuggiti in Turchia.

Secondo l'Agenzia Ansa i massacri continuano. In un solo giorno uccise 133 persone, per metà civili. Crescono i profughi in fuga verso la Turchia. Secondo l'Osservatorio sui diritti umani in un anno le vittime sono state quasi 10.000.

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63 migranti morti nel mediterraneo nel marzo 2011

63 migranti morti nel mediterraneo nel marzo 2011

63 migranti morti nel mediterraneo nel marzo 2011 AMNESTY INTERNATIONAL ITALIA: ‘NECESSARIA GIUSTIZIA PER LE VITTIME, I LORO FAMILIARI E I SOPRAVVISSUTI’ A seguito delle dichiarazioni del ministro per la Cooperazione e l’Integrazione Andrea Riccardi, relative al riconoscimento da parte del governo italiano delle responsabilita’ per la morte nel mar Mediterraneo, nel marzo 2011, di 63 migranti partiti dalla Libia e in rotta per l’Italia, Amnesty International Italia ha sottolineato la necessita’ che vi sia giustizia per le vittime, i loro familiari e i sopravvissuti.

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I morti nel Sud dello Yemen e l’insediamento di Hadi

I morti nel Sud dello Yemen e l’insediamento di Hadi

Nello Yemen le recenti elezioni appaiono sempre più come un grande espediente della diplomazia internazionale per garantire una transizione apparente che non cambia di fatto gli equilibri di potere. In questo contesto riprende quota la tentazione secessionistica dello Yemen del Sud. ( Articolo di Said Boutaga).

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REFERENDUM DI SANGUE IN SIRIA

REFERENDUM DI SANGUE IN SIRIA

Il presidente siriano, Bashar al Assad indice una consultazione per apportare mutamenti cosmetici al regime, ma reagisce all'invito di disertare le urne da parte dell'opposizione aprendo il fuoco sui civili. Le condanne dell'Occidente e il supporto della Russia alle Autorità di Damasco

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Editoriale

Prove di coalizione, ma il Rosatellum è funzionale ad un futuro Governo Renzi-Berlusconi

di Paolo Bodini. Mentre le varie forze politiche si sentono già in campagna elettorale ed entro il mese di dicembre stringono i tempi per gli apparentamenti ( più che per vere e proprie coalizioni); mentre la temperatura sale e le polemiche si fanno più aggressive su tutti i media, il cittadino elettore è indotto a pensare che nel tripolarismo italiano i tre poli - Forza Italia con Salvini e Meloni, PD di Renzi con i suoi nuovi "cespugli", Movimento 5 Stelle - siano davvero alternativi tra di loro. Purtroppo non è così. Ad affossare la logica dell'alternanza viene in aiuto la nuova Legge elettorale, il Rosatellum, fatto passare in Parlamento a colpi di fiducia. Il Rosatellum è predisposto in modo da favorire, se non rendere inevitabile, l'accordo di Governo tra Renzi e Berlusconi. Ecco perchè. continua>>
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