Avviata la 71.ma Sessione ONU tra conflitti irrisolti,emergenze e sfide globali
Il vivo degli incontri sarà dal 20 al 26 settembre quando prenderanno la parola i capi di Stato e di Governo. Per Obama sarà l'ultimo discorso da Presidente e sicuramente tenterà di farlo ad altissimo livello sia per aiutare la candidatura di Hillary Clinton, rivolgendosi ai cittadini statunitensi, sia per meritare quell' intempestivo premio Nobel per la pace, rivolgendosi all'intera opinione pubblica mondiale.
Sarà invece assente Vladimir Putin, sostituito dal ministro degli Esteri Segei Lavrov. Una scelta significativa da parte del presidente russo che, da una parte, non vuole legarsi troppo le mani di fronte alle Nazioni Unite sugli ancora troppo precari accordi tra Russia e Usa sul futuro della Siria, lasciando al suo abile ministro degli Esteri giostrare su limiti e potenzialità della tergua appena raggiunta sulla Siria. Dall'altro fa sentire all'elettorato russo quanto si senta impegnato a garantire il pieno successo alle elezioni in corso per la Duma, elezioni per il Parlamento russo al quale partecipa anche la Crimea.
Come è facile capire l'Ucraina e il suo presidente sono furiosi per questo fatto e vorrebbero impedire la presenza in Crimea di osservatori internazionali per non legittimare ulteriormente un'annessione che non intendono riconoscere.
Da affrontare anche la successione di Ban Ki-moon a segretario generale che lascia l'incarico dopo due mandati. Al momento tra i vari candidati in lizza Irina Bokova, direttore del dipartimento Educativo delle Nazioni Unite; Helen Clark, ex primo ministro della Nuova Zelanda; Antonio Guterres, ex primo ministro del Portogallo.
Quest'anno e fino al settembre 2017 il presidente dell'Assemblea sarà il rappresentante permanente delle isole Fiji Peter Thomson.
L'ordine del giorno provvisorio si compone di 170 articoli incentrati su pace e sicurezza internazionale, crescita economica e sviluppo sostenibile, disarmo, controllo della droga e coordinamento dell'assistenza umanitaria.
Gli incontri tra capi di Stato e di governo, come tradizione, si avranno in vista del dibattito annuale che partirà il 20 settembre e si protrarrà per una settimana attorno al tema "obiettivi di sviluppo sostenibile: una spinta universale per trasformare il nostro mondo". Peccato che questo nobile e giusto obiettivo non abbia una regia mondiale autorevole e condivisa visto che da oltre vent'anni gli Stati che fanno parte dell'ONU non riescono a trovare un accordo sulla sua riforma e, in particolare, sulla riforma del Condiglio di Sicurezza, dal quale troppi Paesi, aree geografiche e grandi aggregazioni culturali e religiose, sono escluse.