La Russia al voto per rinnovare il Parlamento
In piena crisi socio-economica, in Russia si vota domenica 18 settembre per rinnovare la Duma.
Sono 14 i partiti che si contendono un seggio parlamentare, anche se, secondo i sondaggi, i 4 partiti tradizionali restano comunque i favoriti.
L’elezioni, che normalmente si tengono a dicembre, sono state anticipate a settembre, fattore che potrebbe favorire l’astensionismo. Molti cittadini, i pensionati per esempio, sono in vacanza ancora lontani dai centri di residenza e non sembrano intenzionati a fare ritorno solo per votare.
Si registra per queste consultazioni anche una forte disaffezione da parte degli elettori, solo il 9% dice di seguirle.
Gli ultimi sondaggi danno il partito del premier Dimitri Medvedev, Russia Unita, in testa con il 41% dei voti, percentuale in calo negli ultimi 3 mesi e che si tradurrebbe con la perdita della maggioranza assoluta.
Il presidente Putin, che non può prestare la sua immagine al partito, si è mostrato comunque in pubblico con Medvedev e ha rinunciato a recarsi all'annuale assemblea generale dell'ONU .
I comunisti di Gennadij Zjuganov passerebbero da seconda a terza formazione del Paese.
Solo il 7,4% dei russi si dice a favore del Partito comunista della Federazione russa.
La maggior parte sono pensionati, nostalgici. Lo stesso Zjuganov, a 72 anni, invece che prendere la pensione ha deciso di correre per queste elezioni.
A beneficiare della perdita di consensi o astensionismo sono gli ultranazionalisti di Vladimir Zhirinovskij, il Partito liberal- democratico, accreditati del 12% dei voti. Sarebbe il miglior risultato per la formazione dal 1993.
Il leader di Una Russia giusta, Sergey Mironov è sicuro di far parte dei 4 partiti a entrare in Parlamento.
Tutti questi partiti sostengono il presidente Putin, che in effetti si preoccupa poco delle consultazioni dall’esito quasi scontato.
Il sistema elettorale misto potrebbe consentire ai partiti minori di avere qualche parlamentare.
Malgrado il calo di popolarità per il partito al governo, le formazioni minori come Parnas, dell’ex premier Mikhail Kasyanov o Yabloko non arrivano a mobilitare e appassionare gli elettori, che pagano il prezzo più alto della profonda crisi.
Dal 2014, a seguito del conflitto ucraino, sanzioni europee e calo del prezzo di gas e petrolio, la Russia è in recessione .
Crisi non sottovalutata da Putin che sabato scorso ha inaugurato un nuovo treno nella banlieu di Mosca e che può comunque contare sull'appoggio di almeno tre partiti sui quattro che dovrebbero entrare in Parlamento. Ecco perchè l'incertezza riguarda solo chi sarà a capo del nuovo Governo in quanto si dovrà tener conto dei numeri parlamentari usciti dal voto. Un risultato poco brillante può convincere Putin ad anticipare le presidenziali di un anno, tenendole nel 2017 invece che nel 2018.