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VERTICE UE: L'EUROPA CENTRALE RICHIEDE COESIONE

I Primi Ministri del Gruppo di Vysehrad - Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia - adottano a Praga una posizione comune per contrastare l'emarginazione dei Paesi non-Euro dai processi decisionali UE, supportata da Germania e Francia nel concomitante vertice di Roma. Alleanza anche per il rafforzamento delle strutture difensive e per il sostegno alla politica energetica della Commissione Europea
VERTICE UE: L'EUROPA CENTRALE RICHIEDE COESIONE

I Primi Ministri ungherese, Viktor Orban, ceco, Petr Necas, e polacco, Donald Tusk

Coesione, difesa ed energia sono stati i principali punti su cui si è sviluppato il vertice del quartetto di Vysehrad di venerdì, 22 Giugno. Riuniti a Praga per il passaggio di consegne dalla presidenza ceca a quella polacca, i Primi Ministri di Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, e Slovacchia hanno messo a punto le linee guida che, per il prossimo anno, saranno adottate dal Gruppo che riunisce i quattro Paesi più importanti dell'Europa Centrale.

Al centro dei lavori è stata posta l'importanza del mantenimento di una politica di coesione da parte dell'Unione Europea. Nello specifico, i quattro Capi di Governo hanno invitato i colleghi UE a mettere da parte gli interessi personali per adottare misure di ampio respiro atte ad avviare una politica monetaria ed economica capace di dare risposte unitarie alla crisi in Europa.

Inoltre, con una lettera indirizzata ai colleghi UE, i Primi Ministri del quartetto di Vysehrad hanno richiesto di allargare la partecipazione ai vertici dedicati al futuro dell'economia dell'Unione Europea anche a quei Paesi, come Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca, che non hanno ancora adottato la moneta unica europea.

I Paesi dell'Europa Centrale hanno quindi deciso di assumere una posizione comune durante i lavori per la stesura del bilancio UE 2014-2020, in occasione del quale il Gruppo di Vysehrad richiederà maggiore collegialità per considerare durante la stesura del budget comunitario delle ragioni e delle problematiche legate a tutti gli Stati dell'Unione: non solo a quelli di eurolandia.

La posizione risoluta dei quattro Paesi dell'Europa Centrale - oggi economicamente più sani rispetto a molti altri Stati del resto del Continente a rischio default - è una risposta ben chiara a Germania e Francia, che, invece, sostengono la necessità di escludere dai processi decisionali dell'UE quei Paesi che non hanno aderito all'Euro.

L'atteggiamento dell'asse Berlino-Parigi è stato evidente nel vertice di Roma, durante il quale - in contemporanea con il summit di Praga - il Cancelliere tedesco, Angela Merkel, il Presidente francese, Francois Hollande, il Primo Ministro italiano, Mario Monti, e il Premier spagnolo, Mariano Rajoy, si sono riuniti per varare una posizione comune dei principali Paesi di eurolandia da adottare durante il prossimo vertice UE.

Oltre alla politica monetaria, il quartetto di Vysehrad ha affrontato il tema della difesa. Il Primo Ministro polacco, Donald Tusk, ha illustrato come la presidenza di Varsavia sarà caratterizzata dall'implementazione della smart defence: la messa in comune delle forze militari e delle strutture difensive di Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, e Slovacchia.

"Vogliamo prestare più attenzione alla politica di difesa - ha dichiarato Tusk durante la conferenza stampa di chiusura - riteniamo il progetto ambizioso, ed utile per rafforzare le strutture comuni all'interno del continente europeo".

Largo spazio è stato dedicato anche alla questione energetica, in merito alla quale il gruppo di Vysehrad ha assunto una posizione in sostengo dei progetti varati dalla Commissione Europea per diversificare le forniture di gas e greggio dalla Russia monopolista.

Come dichiarato dal Primo Ministro ceco, Petr Necas, tra le misure che sostengono Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, e Slovacchia vi sono sopratutto la costruzione di nuove infrastrutture per l'importazione di gas e greggio da fornitori alternativi a Mosca, e la realizzazione del Corridoio Nord-Sud.

Quest'infrastruttura ha lo scopo di unire i gasdotti degli Stati ubicati tra il Mar Baltico e il Mare Adriatico per mettere in circolazione in Europa gas importato da Qatar, Norvegia ed Iraq presso i rigassificatori di Swinoujscie - Polonia Occidentale - e quello di Krk in Croazia.

Matteo Cazzulani

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