LA SLOVACCHIA VERSO UN GOVERNO TUTTO SOCIALDEMOCRATICO
Bratislava come Budapest, con un Orban a governare anche la Slovacchia: a dettare il paragone non è solo il fascino delle due capitali centro-europee, ma, da oggi, anche gli equilibri politici presso le due città. Nelle Elezioni Parlamentari slovacche di sabato, 10 Marzo, il Partito socialdemocratico SMER ha ottenuto il 44,7% dei voti: una percentuale che consente al suo Segretario, Robert Fico, di contare su una maggioranza assoluta in Parlamento, pari a 86 seggi su 150.
Proprio il numero dei deputati su cui il neo-eletto Premier può contare per formare un Governo monocolore è stato l'elemento che ha portato i principali media ad accomunare Fico al Primo Ministro ungherese, Viktor Orban, il quale, a Budapest, una volta sconfitta la maggioranza parlamentare uscente socialdemocratica - travolta da scandali di corruzione e pubblicamente discreditata - si è trovato a governare senza bisogno di ricorrere ad alleanze con altre forze politiche.
A riportare al governo il Segretario socialdemocratico è stato uno scandalo di corruzione che ha colpito i suoi rivali, e la seguente caduta prematura del governo su una tematica europea. In un'operazione denominata Gorilla, il controspionaggio slovacco ha smascherato un giro di malaffare, avvenuto nel 2005 e nel 2006, tra gruppi di potere finanziario e l'allora maggioranza di governo di centro-destra.
Una sorta di tangentopoli slovacca che, al momento della sua pubblicazione, nel Dicembre 2011, ha travolto anche l'esecutivo allora in carica, anch'esso di orientamento moderato, e guidato dalla Leader dell'Unione Slovacca Cristiana e Democratica SDKU, Iveta Radicova.
Sulla scia del Gorilla, la Radicova non solo ha perso progressivamente il consenso degli elettori, ma anche quello dei suoi partner di coalizione, tra cui il partito Libertà e Giustizia - SaS - il quale, contrario all'aumento del fondo di garanzia versato dalla Slovacchia nel Fondo Europeo per la Stabilità Finanziaria - EFSF - il 12 Ottobre le ha votato la sfiducia, e così, ha provocato la prima caduta di un governo a causa della crisi dell'Euro.
Fico non ha escluso la possibilità di varare un governo in solitaria, sebbene abbia dichiarato di essere pronto a istituire una coalizione con tutte quelle forze politiche che condividono il suo programma, che prevede nuove tasse per garantire il welfare state e tagliare il deficit di bilancio, una super-imposta per chi guadagna più di 33 Mila Euro all'anno e aumento del PIL e dei salari: ad oggi tra i più bassi d'Europa.
"Siamo contro le privatizzazioni, a favore di garanzie protezione legale ai lavoratori, e per investimenti pubblici di ampio raggio - ha dichiarato Fico dinnanzi ai suoi elettori - abbiamo colto la scommessa e dimostreremo quanto è importante poter contare su solide finanze pubbliche".
Già membro del Partito Comunista di Cecoslovacchia, poi convertitosi alla socialdemocrazia e alla tutela del libero mercato, Fico ha già guidato il governo slovacco dal 2006 al 2010. Allora, si è distinto per la severa campagna di correzione delle politiche fiscali del precedente esecutivo di centro-destra con l'applicazione di tasse su banche, ceti più abbienti e principali industrie.
Di pari passo, è stato protagonista di proclami al limite dello xenofobo contro la minoranza ungherese, e ha incoraggiato l'approvazione di una legge bavaglio sui media, per la quale è stato accusato di mancato rispetto della libertà di stampa.
Matteo Cazzulani