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POLONIA: APPROVATA LA RIFORMA DELLE PENSIONI

La maggioranza liberal-contadina, con l'appoggio dei radicali, vota a favore del prolungamento dell'età previdenziale a 67 anni per uomini e donne e della riformulazione dei requisiti per i militari e le forze dell'ordine. Proteste da parte delle opposizioni conservatrice e socialdemocratica, e del sindacato autonomo Solidarnosc.
POLONIA: APPROVATA LA RIFORMA DELLE PENSIONI

Il Sejm della Polonia

In Polonia si lavorerà più a lungo. Nella giornata di venerdì, 11 Maggio, i Deputati polacchi, durante una seduta particolarmente concitata, hanno approvato una riforma del sistema pensionistico che innalza l'età previdenziale a 67 anni sia per gli uomini che per le donne.

A favore della riforma, la cui durezza è stata preannunciata dal Premier, Donald Tusk, già in occasione del discorso di insediamento del suo secondo governo, lo scorso Novembre, hanno votato 268 parlamentari della maggioranza - formata dai liberali della Piattaforma Civica e dal Partito Contadino - e del radicale Movimento di Palikot, contro i 185 esponenti dei partiti conservatori - Diritto e Giustizia e Polonia Solidale - e socialdemocratici.

Nello specifico, il provvedimento concede il pensionamento anticipato solo alle donne che hanno compiuto i 62 anni di età che hanno lavorato almeno 35 anni, e agli uomini che hanno superato 65 anni con non meno di 40 anni di contributi versati.

Inoltre, alcuni emendamenti del Partito Contadino hanno evitato la decurtazione della retribuzione pensionistica per gli agricoltori che continuano a svolgere la loro attività anche dopo la maturazione dei requisiti per l'ottenimento della paga previdenziale.

Differente il parametro adottato per i militari e le forze dell'ordine, che fino ad oggi hanno potuto beneficiare della pensione dopo soli 15 anni di attività. Secondo la nuova riforma, essi dovranno lavorare per almeno 25 anni, e non potranno ricevere alcuna paga previdenziale prima del compimento del 55esimo anno di età.

L'approvazione della riforma è avvenuta in seguito a un vivace dibattito, durante il quale le dichiarazioni di voto e i commenti degli esponenti dei vari gruppi sono stati accompagnati da invettive nei confronti di parlamentari degli altri schieramenti.

Inoltre, il vaglio della riforma ha incontrato anche la protesta del sindacato autonomo Solidarnosc, che ha presidiato il Parlamento fin dalla notte precedente con una tendopoli posizionata all'uscita del Sejm, e, dopo la votazione del provvedimento, ha accolto i deputati della maggioranza con fischi e lamentele.

"Sono consapevole della durezza delle misure - ha dichiarato Tusk durante il dibattito precedente alla votazione - ma il loro varo è una questione di civiltà a cui non possiamo sottrarci".

Differente l'opinione del Capo di Diritto e Giustizia, Jaroslaw Kaczynski, che ha commentato la riforma del Governo come un atto di schiavismo, mentre il Segretario dei socialdemocratici, Leszek Miller, ha ritenuto il provvedimento inaccettabile.

Ottenuto l'avvallo del Parlamento, per entrare in vigore la riforma aspetta solo la firma del Presidente, Bronislaw Komorowski, anch'egli appartenente alla Piattaforma Civica e favorevole alle modifiche del sistema presidenziale approvate dalla Camera Bassa.

Ciò nonostante, le opposizioni hanno promesso battaglia: i conservatori hanno dichiarato di volersi appellare alla Corte Costituzionale, mentre i socialdemocratici hanno inviato un appello al Capo dello Stato, affinché il provvedimento non sia da lui firmato. Sul piede di guerra anche Solidarnosc, che ha promesso di spostare la protesta dal Parlamento al Palazzo Presidenziale.

Matteo Cazzulani

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