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Primo turno delle amministrative 2016. Cosa ci dice questo voto

di Marco Pezzoni. Le elezioni amministrative in Italia sono sempre state interessanti, anche se di non facile interpretazione. Non tanto perchè le forze politiche tendevano e tendono a piegare i dati a proprio uso e consumo, non tanto perchè si oscilla a dar loro troppo o troppo poco peso nazionale,quanto perchè è difficile leggere il passaggio delle amministrative come continuazione di una fase politica o come sua rottura. In questo caso il presidente del Consiglio Matteo Renzi, nella sua conferenza stampa di oggi, 6 giugno, ha teso a considerare il primo turno delle amministrative come una parziale battuta d'arresto e tra gli aggiustamenti in vista del ballottaggio del 19 giugno è sembrato guardare ancora a Berlusconi e al suo elettorato. Ma a Milano questo pare improponibile, visto che al ballottaggio Sala e Parisi se la giocano alla pari. Altra cosa è invece il ballottaggio a Roma e...soprattutto l'appuntamento del Referendum di ottobre sulla riforma della Costituzione. Noi comunque stiamo al tema dei risultati delle amministrative e proponiamo 10 punti di rifessione.

1- il PD arretra nelle 25 grandi e medie città in cui si è votato; tiene negli altri Comuni, essendo l’unica forza organizzata sull’intero territorio nazionale.

2- l’unico miracolo è Roberto Giachetti a Roma ( primo soltanto in 2 Municipi “bene” del centro) che andrà al ballottaggio contro Virginia Raggi del Movimento 5 Stelle (prima in molti Municipi della periferia romana).

3- a Milano il risultato di Sala ( solo + 1% su Parisi) è un campanello d’allarme: al ballottaggio può ancora vincere il centrodestra.

4- a Torino, Bologna, Napoli, Trieste il PD perde consensi nell’area elettorale del centrosinistra e a favore dell’astensione ( – 5% in media rispetto alle precedenti amministrative).

5- a Cagliari e a Rimini il Sindaco eletto al primo turno si afferma grazie ad una classica alleanza di centrosinistra.

6- ll voto amministrativo ha anche una rilevanza politica: la spinta propulsiva di Matteo Renzi si sta esaurendo e sarà difficile rianimarla ricercando accordi sottobanco con Berlusconi e Marchini.

7- in Italia, non solo a livello nazionale ma anche nei territori e a livello locale, si rafforza e cresce la tendenza al tripolarismo, con il Movimento 5 Stelle terzo polo. Tendenza per altro incoraggiata alle prossime elezioni politiche dal meccanismo del divieto di coalizione escogitato dalla Legge elettorale Italicum.

8- il PD è sempre più solo, avendo trascurato se non progressivamente abbandonato l’ancoraggio sociale e politico al centrosinistra. Per questo al prossimo ballottaggio del 19 giugno sarà difficile ritrovare sostegni e convergenze in tutta quest’area.

9- la presunzione di Renzi del partito solo al comando con l’appoggio dei vari Verdini non paga e non pagherà, soprattutto se il centrodestra sarà in grado di coalizzarsi di nuovo.

10- il tema delle alleanze politiche in una situazione di crisi sociale ( definizione di Piero Fassino) torna prepotentemente in primo piano: rilanciare il centrosinistra come coalizione di governo e di cambiamento, sia a livello locale che nazionale, è ancora la strada principale e più solida da percorrere, oggi, domani e in  futuro.

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Editoriale

Prove di coalizione, ma il Rosatellum è funzionale ad un futuro Governo Renzi-Berlusconi

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