Scalata al potere di Matteo Renzi: Denis Verdini presente sin dall'inizio
Tra i personaggi che hanno favorito sin dall'inizio la fulminante ascesa politica di Matteo Renzi, il giornalista Davide Vecchi cita nel suo libro Marco Carrai, Alberto Bianchi, lo zio Nicola Bovoli e il padre Tiziano, i primi fedelissimi di Renzi, ma anche Verdini. Una carriera preparata e costruita come un azzardo programmato e non improvvisato, basato su intrecci e molteplici legami politici, personali, famigliari ed economici, tutti ugualmente fondamentali per la scalata al potere di Renzi. Quando Matteo Renzi dice di accorgersi nel 2011 che il PD è scalabile a livello nazionale, la sua corsa è già impostata da tempo e la direzione delle sue preferenze politiche è già ben orientata a rottamare la sinistra italiana, più che la casta, alla quale piuttosto vuole sostituirsi.
Per scrivere questo libro Davide Vecchi ha seguito Renzi per un paio d’anni, dal 2012, dalla prima campagna elettorale per le primarie del PD contro Bersani. A Firenze ha incontrato molti suoi ex amici ed ex collaboratori e pian piano è emersa una realtà ben diversa dalla narrazione che Matteo Renzi ha abilmente costruito.
Mentre la maggioranza della stampa italiana ha scelto di incensarlo come novità travolgente e di non indagare sul suo passato, Davide Vecchi già il 1 febbraio 2014 sul Fatto Quotidiano ricostruisce in un articolo tutto il percorso dei finanziamenti elettorali ricevuti da Renzi dal 2007 al 2012 tramite Link e Festina lente, due associazioni che erano sempre state tenute nascoste, mai menzionate, in evidente contrasto con la grande campagna di Renzi a favore della trasparenza, vero e proprio mantra della rottamazione.
Approfondendo quel filone d'inchiesta è riuscito così a rintracciare il primo nucleo di legami politici e personali che Renzi ha stretto in quegli anni. Una serie di personaggi, che potrebbero essere meglio individuati come poteri finanziari ed economici, hanno puntato su Renzi, contribuendo non poco alla sua scalata al potere.
Davide Vecchi riconosce che il suo libro è in qualche modo ispirato in parallelo al libro che Peter Gomez scrisse nel 1997 su Berlusconi come “uomo della provvidenza”, l'unico che poteva cambiare l'Italia, definito “intoccabile” da quella parte dei media che pretendeva non si dovesse disturbare il grande manovratore.
Però, a differenza di Berlusconi, che aveva una storia imprenditoriale ed era già una figura pubblica di rilievo, Matteo Renzi è un giovane politico locale che improvvisamente ha un’ascesa difficilmente spiegabile.
Non basta analizzarne il carattere e la grande ambizione. L'eccesso di presunzione o di narcisismo non può spiegare il successo di una scalata che ha del prodigioso. E' vero che la fortuna aiuta gli audaci, ma l'audacia in questo caso ha avuto mezzi e sostegni di enorme peso. Dai racconti che il giornalista Vecchi raccoglie emerge certamente come Renzi sia sempre stato molto determinato e abbia fatto fuori chiunque abbia cercato di mettersi di traverso nel suo percorso, compresi alcuni suoi fedelissimi come l’assessore Massimo Mattei. In questo cinismo Matteo Renzi ricorda molto il carattere e i metodi di uno dei suoi sostenitori già dei primi tempi, Denis Verdini.
Denis Verdini, infatti, è uno dei personaggi chiave della vita politica di Renzi, sin dagli albori.
Già in tempi non sospetti, nel 2008/2009, lo aiutò a diventare Sindaco di Firenze. Proprio dal Popolo delle Libertà arrivarono circa 20.000 voti per far eleggere Renzi Sindaco, come scrisse anche La Repubblica in quel periodo. Quella di Verdini fu una scelta esclusivamente politica, perché sapeva che a Firenze non avrebbe mai potuto ottenere un sindaco di Centrodestra, allora preferì puntare su questo ragazzo del PD, lontano però dal cliché del politico della sinistra toscana.
Nel libro si racconta poi che ci fu uno sviluppo ulteriore e che quel calcolo di Verdini si trasformò in qualcosa di più ambiguo se non inquietante, quando l' entourage di Silvio Berlusconi arrivò ad individuare Matteo Renzi come papabile capo della coalizione di centrodestra
Era il 2012. Berlusconi in quel periodo era praticamente finito e quindi chiese a Diego Volpe Pasini, all’epoca suo stretto collaboratore, di fare una ricerca per trovare un degno successore da mettere a capo della coalizione di Centrodestra. Volpe Pasini, insieme a Dell’Utri e Verdini, stilò questo documento chiamato Rosa Tricolore, dodici pagine di analisi della situazione politica che cercavano di proporre una strategia per vincere le elezioni politiche del 2013. E in quel documento si trovano anche i nomi di chi potenzialmente avrebbe potuto sostituire Berlusconi e un breve programma di Governo. E proprio Renzi era la figura centrale di questo progetto ed era indicato come il miglior leader possibile, battendo concorrenti come Montezemolo e Passera. Ma è soprattutto interessante il programma, secondo Davide Vecchi, praticamente identico a quello che Renzi promette di realizzare dall’inizio del suo mandato: riforma costituzionale, riforma elettorale, riforma del lavoro, della giustizia, del fisco.
Altra figura centrale nella vita di Matteo Renzi è lo zio Nicola Bovoli, importante manager ed esperto di comunicazione. E probabilmente è proprio grazie a lui che Renzi ha deciso di puntare tutto sul marketing politico, il suo vero cavallo di battaglia
Nicola Bovoli, fratello della madre di Renzi Laura, è stato per molti anni un importante manager esperto di marketing e comunicazione, ha lavorato per Fininvest e Publitalia con contratti milionari, in questa veste conosceva personalmente Berlusconi e Dell’Utri, era l’inventore dei famosi giochi da allegare ai quotidiani che fecero la fortuna di Repubblica, che per la prima volta grazie alla lotteria Portfolio superò il Corriere della Sera per numero di copie vendute. Insomma, una persona che conta, che conosce chiunque e ha grandi entrature. E fu proprio Bovoli, infatti, a raccomandare personalmente il nipote a Mike Bongiorno, che grazie a quella famosa partecipazione alla Ruota della Fortuna riuscì a vincere 48 milioni di lire, come lui stesso racconta nell’intervista pubblicata nel libro.
Nel libro viene dedicato un intero capitolo a Marco Carrai, figura essenziale nell’ascesa di Matteo Renzi. Tra tutti sembra l’unico davvero amico del Presidente del Consiglio, completamente diverso dai personaggi di cui si circonda normalmente.
Dunque un amico sincero, anche se la tesi di Vecchi è che da parte di Renzi sia uno dei suoi tanti rapporti opportunistici costruiti negli anni della scalata. Marco Carrai viene da una famiglia molto importante e potente ed è stato sicuramente lui il personaggio chiave dell’ascesa renziana, è stato il suo Richelieu. Ha procurato contatti fondamentali e soprattutto i finanziamenti. E senza questi aiuti, Renzi, probabilmente non avrebbe mai potuto concretizzare la sua scalata politica a così alti livelli.
Anche oggi, secondo l'autore del libro, Renzi continua a circondarsi di persone accondiscendenti, fondamentali per la realizzazione del suo progetto e, allo stesso tempo, ha la tendenza a tacitare i cosiddetti dissidenti. Costruisce solo rapporti di forza, concepisce la politica esclusivamente come rapporti di potere.