Salta ai contenuti. | Salta alla navigazione

Strumenti personali
Fatti riconoscere
This Logo Viewlet registered to qPloneSkinBusiness4 product
Tu sei qui: Home Democratici Nel Mondo CULTURA E STORIA IL VALORE NAZIONALE DELLE PROPOSTE UNITARIE DI GUIDO MIGLIOLI

IL VALORE NAZIONALE DELLE PROPOSTE UNITARIE DI GUIDO MIGLIOLI

di Marco Pezzoni. Novant'anni fa, in occasione del 1° Maggio 1922, Guido Miglioli e il movimento delle Leghe Bianche organizzò a Soresina e poi a Crema grandi manifestazione unitarie con le forze sindacali e politiche di ispirazione socialista, per opporsi al fascismo,difendere le conquiste sociali dei contadini e la democrazia. In quei giorni a Cremona tra i dirigenti del Partito popolare e del Partito socialista,insieme ai rappresentanti dei sindacati di riferimento, fu firmato un Patto di Intesa provinciale con la speranza che potesse diventare un'alleanza politica nazionale.
IL VALORE NAZIONALE DELLE PROPOSTE UNITARIE DI GUIDO MIGLIOLI

Guido Miglioli (1879-1954)

Quando nel 1922 a Soresina si tiene la manifestazione del 1°maggio che il giornale L’Azione, fondato 18 anni prima da Guido Miglioli, definisce " stupenda", mancano sei mesi alla marcia su Roma e al primo Governo Mussolini, fortemente voluto dal Re.

In quel giorno sfilano pacificamente in diecimila a Soresina e in ventimila a Crema, mentre a Cremona la manifestazione è rinviata: con il pretesto dell’ordine pubblico forze militari e carabinieri bloccano sin dalla prima mattina gli accessi stradali alla città per impedire la grande affluenza dalle campagne e per permettere a Roberto Farinacci di tenere indisturbato il suo comizio alle squadre fasciste.

Malgrado i socialisti abbiano proclamato in quel giorno lo sciopero generale , in diverse parti d’Italia il movimento fascista ha deciso di mostrare i propri "muscoli" convocando, proprio il 1° maggio, grandi adunate a Bologna e Rovigo.

La più grande avverrà il 12 maggio a Ferrara, con la presenza di 40.000 militanti fascisti guidati da Italo Balbo e sostenuti e finanziati dalle associazioni agrarie.

La grande massa dei lavoratori, operai, contadini e salariati non sta dalla loro parte ed è ancora capace di grande e generosa partecipazione. Malgrado le intimidazioni e le spedizioni punitive delle squadracce fasciste.

Avrebbe però bisogno di una guida unitaria, non solo sul piano sindacale ma soprattutto sul piano politico. Non solo sul piano locale, ma anche e soprattutto sul piano nazionale.

E’ questa la convinzione di Guido Miglioli e dei suoi collaboratori più stretti sin dal Congresso di Venezia del Partito Popolare dell’ottobre dell’anno precedente. Sul giornale L’Azione sono lucide e chiarissime le prese di posizione di Miglioli e di Giuseppe Cappi. Invitando i socialisti ad abbandonare completamente la tentazione della rappresaglia nei confronti della violenza fascista , Cappi chiarisce su " L’Azione" le ragioni della collaborazione tra popolari e socialisti : " la collaborazione popolare socialista non è una artificiosa collaborazione parlamentare. E’ dalla situazione del paese che parte l’impulso." " Riprendiamo un concetto accennato a Venezia: è indispensabile ristabilire nelle coscienze l’autorità dello Stato e della legge; ma ciò non è possibile senza eliminare il dissidio che oggi esiste di fatto fra lo Stato e le classi più numerose della Nazione, le quali devono invece assumere la responsabilità del potere politico e comprendere come i rigori della legge e i sacrifici economici non costituiscano ingiustizie di una classe a danno di altre, bensì condizioni indispensabili di libertà e di vita" . ( L’Azione, 11 marzo 1922, n.10 ). 

Quando il 10 marzo a Cremona le organizzazioni provinciali del Partito popolare e del partito socialista sottoscrivono il " Patto d’Intesa" , Miglioli e Cappi sono ben consapevoli che questa collaborazione " può avere una influenza profonda nella vita nazionale, forse risolvere la più grave crisi politica ed economica che ci abbia mai travagliato. "

Ci sono momenti nella storia in cui anche le periferie sanno diventare protagoniste . Ebbene quel primo maggio 1922, Soresina diventa il palcoscenico di una proposta di respiro nazionale che assume e va oltre quell’Alleanza del Lavoro che, il 20 febbraio, le organizzazioni sindacali facenti capo ai partiti di sinistra avevano lanciato a livello nazionale. Perché allarga i soggetti delle alleanze fino a comprendere il movimento cattolico.

Durante il comizio Guido Miglioli spiega le ragioni dell’Intesa con i socialisti " avversari ieri nemici, domani forse fratelli" e dice " Il momento è assai grave; il Governo è oscillante: la realtà è assai triste e preoccupante. Non possiamo lanciare solo l’evviva al primo maggio. Lo spettro della reazione è là ! E forse di questo momento siamo responsabili noi popolari e socialisti, per non aver compiuto un Governo che faccia da governo e non sia di fazione e di debolezza e che faccia rispettare la legge" ( L’Azione, 6 maggio 1922, n.18 ).

Anche il socialista onorevole Garibotti, tra i firmatari del Patto d’Intesa, è presente e prende la parola ricordando il recente assassinio di Attilio Boldori, vice-presidente del Consiglio provinciale, segretario della Federazione cremonese delle Cooperative, massacrato a bastonate da venti fascisti : " In un primo maggio di tre o quattro anni or sono a Castelleone io e Boldori auspicammo accordi con i bianchi per la difesa dei diritti del lavoro. " Quell’augurio è oggi realtà, " purtroppo precipitata da eventi da noi tutti deplorati perché avrebbe dovuto condurre a ciò la persuasione e non la violenza" ( idem).

Non mancano nelle parole di Miglioli e di Garibotti , così come negli altri relatori, richiami al quadro internazionale e agli impegni per la pace. Così sono numerosi i riferimenti alla Conferenza internazionale sulla ricostruzione economica, tenutasi a Genova il 10 aprile, con la partecipazione di 29 Stati europei e degli Stati Uniti.

" Da Genova parte il monito che bisogna andare al popolo " e che " le forze del popolo responsabili devono assurgere al Governo" questa la fulminante sintesi di Guido Miglioli. 

Purtroppo non sarà così. Senza un Stato di diritto, consolidato e autorevole, la violenza e l’intimidazione fascista piegherà le istituzioni, pur essendo ancora una minoranza sia sociale che elettorale.

Il 26 maggio le squadre fasciste si concentrano a Bologna per imporre la destituzione del prefetto Cesare Mori accusato di non avere i dovuti riguardi nei loro confronti.

Giovedì 13 luglio, a Cremona, vengono devastate le sedi socialiste e popolari, colpevoli di aver sottoscritto quel Patto. Le squadre di Roberto Farinacci devastano le abitazioni di Guido Miglioli e Giuseppe Garibotti. 

E i partiti nazionali ? Si dividono sul Governo Facta; tra il 19 luglio e il 3 agosto lo fanno dimettere e poi se lo riprendono.

Proprio il 3 agosto Palazzo Marino a Milano, comune socialista, viene occupato da squadre fasciste. A Genova viene devastata la sede del giornale " Il Lavoro". A Livorno e a Parma ci sono scontri per far dimettere le amministrazioni locali.

Il 5 agosto a Milano, a Genova e Parma i poteri sono trasmessi alle autorità militari .

Il 13 agosto prende avvio il progetto per la Marcia su Roma, con Mussolini che usa bastone e carota.

Il 20 settembre Mussolini annuncia la rinuncia alla pregiudiziale repubblicana, inviando un chiaro messaggio alla Monarchia. Che ricambia di lì a poco rifiutandosi, nell’imminenza della marcia, di adottare il Decreto per la proclamazione dello stato d’assedio predisposto dal Primo Ministro dimissionario Facta. Anzi, assegnando l’incarico di formare il nuovo Governo a Benito Mussolini. Martedì 31 ottobre 1922 è già lui il Primo Ministro.

 I partiti democratici e progressisti non solo non sono stati capaci di proporre una alternativa di governo, pur avendone i numeri in Parlamento, ma sul governo Mussolini si dividono e addirittura alcuni vi partecipano con l’illusione di condizionarlo.

E’ la sconfitta di Miglioli , è la sconfitta delle forze democratiche e della democrazia, è la sconfitta dei grandi attori sociali: movimento operaio e movimento contadino.

Era inevitabile ? La complicità della Corona e dei grandi interessi agrari e industriali è stata determinante. Ma forse la forza del progetto fascista è stata sopravvalutata per assolvere o comunque diminuire le responsabilità di quei partiti che o si chiusero nelle loro certezze rivoluzionarie o arrivarono in ritardo, troppo in ritardo, a capire la natura del fascismo.

 

 

Azioni sul documento
Share |
Editoriale

Prove di coalizione, ma il Rosatellum è funzionale ad un futuro Governo Renzi-Berlusconi

di Paolo Bodini. Mentre le varie forze politiche si sentono già in campagna elettorale ed entro il mese di dicembre stringono i tempi per gli apparentamenti ( più che per vere e proprie coalizioni); mentre la temperatura sale e le polemiche si fanno più aggressive su tutti i media, il cittadino elettore è indotto a pensare che nel tripolarismo italiano i tre poli - Forza Italia con Salvini e Meloni, PD di Renzi con i suoi nuovi "cespugli", Movimento 5 Stelle - siano davvero alternativi tra di loro. Purtroppo non è così. Ad affossare la logica dell'alternanza viene in aiuto la nuova Legge elettorale, il Rosatellum, fatto passare in Parlamento a colpi di fiducia. Il Rosatellum è predisposto in modo da favorire, se non rendere inevitabile, l'accordo di Governo tra Renzi e Berlusconi. Ecco perchè. continua>>
Altro…