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L'Iran al voto dopo l'accordo sul nucleare. Test politico per Rohani

26 febbraio 2016. Sono quasi 55 milioni gli iraniani chiamati a eleggere il nuovo Parlamento, dopo lo storico accordo sul nucleare firmato nel luglio 2015 che sta rendendo possibile per l'economia iraniana il superamento di un embargo che l'ha sicuramente danneggiata. E' ancora presto per vederne le conseguenze positive, ma gli analisti internazionali attendono i risultati elettorali per vedere quanto sarà stato premiato il presidente Rohani rispetto ai suoi concorrenti conservatori che, comunque, in uno Stato teocratico quale è previsto dalla vigente Costituzione, conservano ancora una influenza decisiva negli Organismi religiosi preposti a decidere sulla legittimità delle leggi discusse in Parlamento e persino sull'ammissione dei cittadini a essere candidati. E' in forza di queste prerogative che sono state bocciate le candidature degli iraniani più progressiti. Anche per queste ragioni sarà interessante conoscere la composizione dell'Assemblea degli Esperti, anch'essa sottoposta al rinnovo elettorale in questa tornata.
L'Iran al voto dopo l'accordo sul nucleare. Test politico per Rohani

File ai seggi in Iran

Seggi chiusi con grande ritardo in Iran per le elezioni per il rinnovo del Parlamento e dell'Assemblea degli esperti, una elezione considerata vitale per la politica di apertura del presidente Hassan Rohani, che spera di rafforzare il suo potere di fronte ai conservatori. Si tratta della prima consultazione dopo l'accordo sul nucleare. La chiusura delle urne è slittata ben 5 volte a causa delle lunghe file di elettori ai seggi ancora in attesa di votare in serata. Sono stati 54,9 milioni gli iraniani chiamati a scegliere tra 4,844 candidati, tra cui 500 donne, per i 290 posti in Parlamento, e a scegliere tra 163 figure religiose per gli 86 seggi dell'Assemblea degli Esperti. La notevole affluenza alle urne potrebbe favorire Rohani rispetto si auoi avversari conservatori. I risultati sono attesi entro domenica 28 febbraio. Il presidente iraniano, il moderato Hassan Rohani, ha votato nel suo seggio a Teheran. Le elezioni di oggi sono un simbolo di indipendenza politica e sovranità nazionale, ha detto Rohani, dopo aver espresso il suo voto. Il leader dell'Onda Verde Karroubi vota agli arresti domiciliari Mehdi Karroubi, uno dei leader dell'Onda Verde - il movimento che nel 2009 guidò le proteste in Iran contro la rielezione del presidente Mahmoud Ahmadinejad - ha votato alle elezioni. Lo ha riferito il sito vicino ai riformisti 'Kaleme', precisando che è la prima volta che Karroubi vota dal 2011, ovvero da quando è finito agli arresti domiciliari per aver organizzato una manifestazione antigovernativa sulla scia delle rivolte della Primavera Araba. Nel febbraio 2011, Karroubi e l'altro leader dell'Onda Verde, Mir-Hossein Mousavi, organizzarono una manifestazione a Teheran contro il governo sulla scia della Rivoluzione dei Gelsomini in Tunisia e della rivolta contro Hosni Mubarak in Egitto. Le autorità risposero mettendo entrambi agli arresti domiciliari. Durante la sua campagna elettorale il presidente Hassan Rohani affermò che, se fosse stato eletto, si sarebbe attivato per il rilascio dei prigionieri politici, sottolineando come l'isolamento internazionale della Repubblica Islamica fosse in parte dovuto alla repressione politica degli oppositori. Cruciale il voto per l'Assemblea degli Esperti Grande rilevanza riveste il voto per l'Assemblea degli Esperti, un organismo di religiosi, della durata di 8 anni, incaricati di scegliere la prossima Guida Suprema, ovvero l'uomo che ha maggiori poteri in Iran, qualora l'ayatollah Khamenei morisse nel frattempo. Secondo alcuni osservatori, Khamenei, ormai anziano, potrebbe anche decidere di dimettersi.

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