Cina: con Xi Jinping i sessantenni al potere
Il 18° Congresso del Partito comunista cinese si è concluso seguendo un copione ben collaudato : approvando il ricambio generazionale preparato e deciso dai principali dirigenti della quarta generazione che ora, dopo un decennio, lasciano il posto ai vertici del Partito e dello Stato a esponenti della quinta generazione . Così Xi Jinping, come nuovo Presidente del Comitato permanente del Politburo, diventa ufficialmente nuovo segretario del partito comunista cinese. Succede a Hu Jintao alla guida del partito e a marzo gli succederà anche alla guida della Cina come presidente della Repubblica. C’è però una importante novità rispetto a dieci anni fa: Xi Jinping è stato anche nominato capo della commissione militare centrale. Questo significa che Hu Jintao lascia tutte le cariche e non conserva, come fece Jiang Zemin, il controllo dell'esercito. Si riduce poi da nove a sette il numero dei membri del Politburo, il Comitato Permanente del partito comunista cinese, quello chiamato a governare la Cina nei prossimi 10 anni. I membri sono: Xi Jinping, Li Keqiang, Zhang Dejiang, Yu Zhengsheng, Liu Yunshan,Wang Qishan,Zhang Gaoli. Viene descritto come una personalità capace di intessere una rete di relazioni importanti e consistenti, non solo verso interessi economici ma anche militari. Forse questa sua entratura presso i Vertici militari cinesi ha favorito il taglio netto che è stato dato, rispetto al passato, al ruolo dell’uscente Hu Jintao. Qualche analista parla invece di vera e propria marginalizzazione del Presidente uscente, guardando anche alla biografia dei nuovi " principi" che ascendono al potere. In effetti tra i ''sette principi'' del Politburo che governeranno la Cina per i prossimi dieci anni, solo Li Keqiang figura come fedelissimo di Hu Jintao. Questi sessantenni sono tutti figli o nipoti di importanti esponenti che hanno fatto la storia del Partito comunista cinese. E molti sono piuttosto vicini all' 86enne ex-presidente Jiang Zemin. In questo quadro la nomina di Xi Jinping anche a presidente della Commissione militare centrale, che controlla il potente Esercito di Liberazione Popolare (Pla), potrebbe significare che gli è stata assegnata sin dall’inizio un’autorità politica maggiore per governare la Cina in un contesto internazionale sempre più mosso e pilotare la seconda economia del mondo. Sarà un Presiedente "riformatore"? Nei nuovi equilibri politici Xi Jinping si colloca in una posizione intermedia tra conservatori e riformisti, tra i dirigenti definiti " Tuanpai" che provengono dalla Lega della gioventù comunista degli anni ’80 e gli esponenti del " Circolo di Shangai" che spingono su modernizzazione e apertura ai mercati . Dalle prossime nomine, a cominciare da quelle del nuovo Governo, si capiranno meglio le intenzioni dei nuovi Vertici.
Xi Jinping, originario di Pechino, figlio di un dirigente comunista che ebbe problemi durante la rivoluzione culturale di Mao, si è fatto le ossa all’ombra di dirigenti di primo piano del partito. Inviato a Shangai, dopo episodi di corruzione grave che avevano investito lo stesso segretario della più grande città della Cina, sembra abbia preferito svolgere un ruolo di mediazione tra le varie parti in conflitto piuttosto che sradicare alla radice le cause dell’illecito arricchimento di qualcuno.
In un breve discorso alla stampa internazionale Xi Jinping ha voluto sottolineare l' importanza della lotta alla corruzione all' interno del partito e ha fatto piu' volte riferimento all' ''unita' di tutti i gruppi etnici'' della Cina e alla necessita' di portare avanti la politica di ''apertura e riforme''.