Oxfam: Rivedere l'Agenda dell'Unione Europea sulle migrazioni
Le vergogne che gravano sull'Europa . “In questi due anni di Agenda, Oxfam ha lavorato in Italia, Grecia, nei Balcani in contesti di vera emergenza umanitaria - ha detto Elisa Bacciotti, direttrice Campagne di Oxfam Italia - ovunque si è assistito a trattamenti indegni, sentite storie di ‘viaggi della speranza’ finiti in un’Europa che non dà speranze, di bambini e ragazzi che scompaiono dal sistema di accoglienza. Non possiamo dimenticare la vergogna del campo di Idomeni in Grecia - ha aggiunto - i 2600 morti nel Mediterraneo di questo ultimo anno, la testimonianza di quanti, sbarcati in Sicilia, hanno mostrato i segni delle torture nei campi di detenzione in Libia (leggere il dossier "L'Inferno al di là del mare" ). Non possiamo dimenticare le centinaia di persone lasciate senza un riparo l’inverno scorso in Serbia, le violenze da parte delle autorità alle frontiere ungherese e croata". (Leggere il dossier "Un gioco pericoloso".)
L’inefficacia dell'esternalizzazione e del ricollocamento. È chiaro - recita ancora il rapporto di Oxfam - che negli ultimi due anni le istituzioni europee e gli Stati membri si siano concentrate in modo sproporzionato su politiche di contenimento dei flussi di migrazione irregolare e protezione delle frontiere, con poca o nulla attenzione a soluzioni sostenibili di lungo termine. Si è assistito a una progressiva esternalizzazione delle frontiere – esplicitata con gli accordi tra Ue e Turchia, tra Italia e Libia e con paesi africani di transito e origine dei migranti – e a una fallimentare politica di ricollocamento di rifugiati e migranti richiedenti asilo, soprattutto da Paesi di arrivo come Italia e Grecia verso altri Stati membri. Basti pensare che ad oggi sono stati realizzati solo il 28% dei ricollocamenti previsti da Grecia e Italia: meno di 30 mila persone in tutto, a fronte di un impegno per oltre 98 mila reinsediamenti, che dovevano essere realizzati entro il settembre di quest’anno.
Per riacquistare credibilità. “I leader europei - conclude Bacciotti - continuano a dirci che l’Ue si fonda sul rispetto dei diritti umani, eppure hanno sostenuto politiche migratorie disumane, al solo scopo di conquistare consenso e qualche voto in più. Tradendo così i valori fondanti del progetto europeo. Per riacquistare credibilità è quindi necessario un immediato cambio di approccio, che garantisca davvero il rispetto e la tutela dei diritti umani fondamentali di migranti e rifugiati, lavorando assieme ai paesi di origine per sradicare le cause della povertà. Senza una vera inversione di marcia, l’Europa continuerà semplicemente a negare a sempre più persone il loro diritto di richiedere asilo, senza affrontare le cause strutturali alla base del fenomeno migratorio”.
L‘appello di Oxfam per una revisione dell’Agenda europea sulla migrazione
1) la legislazione europea e le legislazioni nazionali rispettino le norme internazionali ed europee sui diritti umani;
2) i Paesi Ue garantiscano che tutti i progetti adottati nell’ambito del Trust Fund per l’Africa (EUFT) (4) abbiano l’obiettivo di favorire lo sviluppo, mettendo al centro le comunità locali;
3) gli accordi stabiliti con i paesi partner non includano disposizioni che riducano la responsabilità dell'Ue e degli Stati membri in materia di accoglienza e protezione di richiedenti asilo e rifugiati. Valutando singole richieste di asilo su base individuale, garantendo processi rapidi ed efficaci;
4) i Paesi UE si impegnino per garantire procedure di asilo giuste ed efficaci: migliorando le condizioni di vita nei centri di accoglienza, garantendo procedure per cui i migranti siano informati sui propri diritti, utilizzando la detenzione solo ed esclusivamente come ultima istanza e mai per minori, garantendo ai migranti il sostegno di cui hanno bisogno attraverso organizzazioni indipendenti;
5) la Ue si impegni maggiormente nella protezione dei diritti di migranti e rifugiati nei negoziati sui Global Compact dell’ONU su Rifugiati e Migranti per una migrazione sicura, ordinata e regolare, incoraggiando gli altri Paesi coinvolti a fare lo stesso;
6) i Paesi UE i si impegnino, sia a livello europeo che nazionale, ad esaminare meccanismi per aumentare e migliorare vie sicure e regolari per migranti e rifugiati (5), e procedure efficaci di relocation;
7) Ue e Stati membri amplino le procedure di ricongiungimento familiare e le applicazioni regolamentate dal Trattato di Dublino sul tema.